La felicità è per scelta e non per caso - La testimonianza di Omar
Aggiornamento: 27 mag 2020

Abbiamo imparato, che un evento positivo o negativo che sia, può assumere sfumature di significato diverse e addirittura ribaltare il proprio segno, a seconda dell’interpretazione che la nostra mente gli dà. Senza dubbio rimanere a casa per due mesi, uscendo solo per andare al supermercato o per motivi di reale necessità, può causare stati di sofferenza. Ma ogni grande crisi ogni evento dirompente che porta alla rottura della routine quotidiana reca con sé anche un “dono”.
Sì! In mezzo alla merda più nera c’è sempre qualche pepita d’oro da scovare, naturalmente con guanti e mascherina!
Non scopro niente di nuovo lo so, ma ogni periodo di crisi può essere un’opportunità: il Coronavirus, l’esordio di un disturbo psichiatrico, l’abbandono da parte di chi ami, e per fino la perdita di un genitore, dovrebbero innescare un cambiamento, un ripensamento delle nostre convinzioni su noi stessi e su gli altri con lo scopo di ripartire più forte e meglio di prima, verso una vita piena e soddisfacente; perché la felicità non è un regalo che il destino ci fa ma una nostra scelta da perseguire con coraggio.
Il modo migliore per incidere sulla propria vita è acquisire abitudini produttive, io ad esempio durante questo periodo di reclusione coatta ho deciso di svegliarmi presto e di andare a dormire presto.
La mattina mi preparo e mi curo come se dovessi andare ad un matrimonio a fare il testimone, al colloquio di lavoro più importante della mia vita o all’appuntamento con la mia ragazza.
Non rimango in pigiama, in pantofole, con la barba ricresciuta, perché voglio sentirmi attivo e vivere una giornata da protagonista e non da zombi, buttato sul divano a vedere la televisione con lo sbadiglio sempre in canna. La mattina presto vado a correre quando per le vie della città deserte, non gira neanche la polizia e ci sono 8° /10° gradi di temperatura, torno a casa e faccio una serie di addominali e una serie di flessioni.
Poi arriva un messaggio da Milano: è Daniela e parte la video chiamata. Cominciamo a raccontarci i rispettivi sogni di cui io ricordo piccoli frammenti. Lei al contrario, ha fatto un sogno perverso e peccaminoso. Ha sognato salame e formaggio! E io mi arrabbio: << Lo sai che sono vegetariano, se vuoi che il nostro rapporto funzioni devi sognare cavolfiori e fiori di zucca>>. E lei: << Ok ti prometto che sognerò vegetariano e per giunta Bio e vegano>>. E io: << Dani tu mi adori vero?>>. Dani risponde: << Sì Omar>> e io ancora:<< Lo vedi che è reciproco?>>.

Alle 11.30 collegamento skype con il club ed è bello rivedere i colleghi /amici /soci, lo staff e il direttore. C’è il sorriso solare di Mira, la risata inconfondibile e coinvolgente di Gaia, l’ironia intelligente di Federica. Sono momenti belli che spezzano la solitudine e in un attimo ritrovi tutto quel mondo positivo e stimolante che caratterizza Club Itaca Roma.
E pensi:<< Ma come avrò fatto a lasciare il Club anche per soli pochi mesi, sono stato un coglione e ora so che non commetterò più un errore del genere>>.
Finisce la call con il Club e ne inizia un’altra con l’amico di Trastevere.
Il trasteverino così lo chiameremo, sta ordinando il suo centinaio di libri, ce ne sono pile dappertutto anche in bagno. Lui è molto saggio sfrutta la quarantena per leggere, leggere e ancora leggere peccato che con la cultura non si mangia e infatti è ancora in cerca di lavoro.
Io intanto ho deciso di riordinare la stanza, e qui c’è lo zampino di Guido, il nostro direttore, che è cultore dell’ordine. Meticoloso e attento sistema pile di fogli in modo impeccabile e mette in ordine gli oggetti sulle mensole cercando la disposizione ideale.
Lui mi ha insegnato l’importanza del dettaglio, del particolare, che fa la differenza tra un lavoro buono e uno ottimo.
Ho capito così che l’ordine dell’ambiente in cui si vive riflette l’ordine mentale della persona per questo ho rivoluzionato la mia camera dando un senso geometrico a mutande, pedalini e canotte, creando un ambiente che rispecchia meglio il mio stato interiore, o quello che vorrei che fosse.
Alle 17.30 un’altra call con la mia Dani.
Sogniamo il mare, l’estate, le passeggiate sulla spiaggia al tramonto sperando che tutto questo sia possibile senza barriere di plexiglass.
Poi Dani mi dice :<< So tutto quello che fai in settimana>>. Un brivido mi percorre la schiena, avrà degli informatori a Roma! Ma lei chiarisce che lo staff di Milano ha mostrato il piano settimanale del Club Itaca Roma proponendolo come esempio da seguire per la creazione in un work order day virtuale anche per Milano, allo scopo di permettere a soci e staff di portare avanti le attività giornaliere con l’aiuto di skype e dei social media.
Quindi anche il Club di Milano si affianca a noi di Roma nel portare avanti un modo alternativo di fare clubhouse in questo periodo di crisi sanitaria. Da quest’ultimo esempio possiamo dedurre che veramente ogni momento di difficoltà ci spinge ad elaborare nuove soluzioni e utilizzare il tempo che altrimenti andrebbe perso, in modo migliore.
Vi lascio con questa bellissima citazione dello scrittore israeliano David Grossman sul tempo:
<< La cosa più preziosa che puoi ricevere da chi ami è il suo tempo. Non sono le parole, i fiori e i regali, è il tempo. Perché quello non torna indietro e quello che ha dato a te è solo tuo, non importa se è stato un’ora o una vita>>.
Omar